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Trombe d’aria

Le trombe d'aria sono dei vortici depressionari di piccola estensione in cui i venti possono raggiungere elevate velocità, anche di alcune decine di km/h; si verificano alla base di quelle enormi nuvole temporalesche chiamate cumulonembi, che si formano in seguito a forti instabilità dell'aria.

Una tromba tipica presenta la forma di un tubo o di un cono a pareti ripide, con la base verso l'alto ed il vertice che si protende verso la superficie terrestre fino a toccarla. Spesso l'andamento è sinuoso a causa della diversa velocità con cui la base trasla rispetto alla sommità, per cui l'aspetto della tromba diventa simile a quello di una proboscide.

I venti hanno una rotazione normalmente ciclonica (antioraria nell'emisfero nord). La velocità aumenta dal centro alla periferia ed il valore massimo, come anche il diametro della tromba, è in relazione alla profondità della depressione. I meccanismi di formazione non sono ancora ben noti, anche se la situazione favorevole si ha ogni qualvolta al di sopra di aria fresca molto umida scorre un flusso d'aria calda secca.

La Tromba d’Aria possiede diverse analogie con i tornado, da cui si differenzia unicamente per le minori dimensioni (da 10 a 80 m), e per le velocità nettamente inferiori dei venti e, quindi, per le minori energie in gioco.

L'area interessata al passaggio di una tromba è molto ristretta, per cui  i danni prodotti all’impatto con edifici o altre opere possono essere considerevoli. Se la tromba passa sulla terra ferma trasporta in alto polvere e tutto ciò che non è fissato, ma se ha molta forza riesce a sradicare alberi o a distruggere fabbricati.

Il fenomeno ha una durata limitata nel tempo (anche 10-30 minuti) e spesso si sposta nello spazio seguendo traiettorie imprevedibili e indefinite. La velocità di traslazione è molto variabile e, generalmente, supera i 15 nodi. Le altezze delle trombe d’aria sono variabili dai 100 ai 1000 m e coincidono di solito con l'altezza della base dei cumulonembi da cui hanno origine.

Le trombe si formano con maggiore frequenza sui mari caldi (ad esempio sul Mediterraneo) e nelle zone delle calme equatoriali, cioè dove sono più alte le probabilità di formazione dei sistemi nuvolosi temporaleschi. La frequenza è minima tra i 10 ed i 20 di latitudine ed è media tra i 30 ed i 40. Molto bassa o nulla è la probabilità a latitudini superiori. Oltre i tropici la frequenza massima si verifica nei mesi fra il termine dell'estate e l'inizio dell'autunno, nella zona temperata in estate.

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